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46: Ordine e Caos

09/07/2019 di Dino Gojanovic

ordine e caos mkt podcast di dino gojanovic

E’ tutto ovvio quando sei nel gioco da molto tempo.

E’ tutto semplice quando comprendi te stesso e ti prendi le tue responsabilità.

Ordine e caos saranno sempre presenti. Sono dentro e fuori di te.

Ma sono anche dentro e fuori i tuoi clienti. E questa è una opportunità che non puoi lasciare.


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Transcript

La maggior parte delle persone che vogliono aprire un’attività hanno un problema di fondo.

Non sanno che cosa fare e pensano di aver bisogno di un un’idea generale e allora perdono anni e anni nella ricerca dell’idea perfetta con la quale aprire l’attività.

Poi una volta trovata l’idea investono tutto ciò che hanno e si lanciano all’avventura. Se sono fortunati falliscono subito altrimenti continuano ad andare in avanti sempre più indebitati finché arrivano ad un punto in cui è troppo tardi.

Tutto è perso e la vita è rovinata.

Perché dico che sono fortunati quelli che falliscono subito?

Perché hanno la possibilità di imparare la lezione. Se non hanno fatto uno sbaglio così grande da essere irreparabile tutti i vincitori imparano dei fallimenti. Non puoi diventare un campione se prima non hai fallito nei vari tentativi. Perché i tentativi fanno l’esperienza e il successo è l’agglomerato di esperienze.

Ma comunque non hai bisogno di un’idea geniale.

Per avere un modello di business funzionante ti basta mettere in ordine il caos altrui.

Ti faccio un esempio.

Ero entrato una volta nel negozio di un artigiano e avresti dovuto vedere che caos. Era tutto fuori posto.

Niente aveva senso. Niente aveva un minimo di decenza. Lui stesso si presentava come se non avesse fatto un bagno da 20 anni e che non fosse mai andato da un parrucchiere. Che non avesse mai lavato il grembiule.
I suoi attrezzi erano sparpagliati in giro senza cura e quando cercava qualcosa perdeva tutto il suo tempo nella ricerca. Non riusciva a trovare niente.

E tu che cosa avresti potuto fare per lui?

Riesci a vedere le opportunità di business in un contesto come questo?

Il miglior modello di business e’ risolvere i problemi altrui. Gli avresti potuto lavare il grembiule, gli avresti potuto tagliare i capelli, avrei potuto fare la manicure, avresti potuto pulire per terra, avresti potuto sistemare gli attrezzi, avresti potuto creare un processo di lavoro che funziona, gli avresti potuto creare un app che gli mette in ordine l’attività, insomma ci sono infinite opportunità di business in un’attività nel caos.

Ma quindi perché le persone non vedono queste opportunità?

La spiegazione più semplice che è la loro stessa vita che è nel caos.

Come puoi essere una cameriera efficiente se non prepari mai il letto di casa tua?

Se vuoi pulire casa di altra gente è meglio che inizi a sistemare la tua perché altrimenti non sei coerente in ciò che fai e la gente lo percepisce.

Compreresti uno spazzolino e dentifricio da chi ha i denti gialli? Ovviamente no.

Ti faresti visitare da un medico che non ha una laurea? Ovviamente no.

Chi ha la casa in uno stato di caos non riesce a vedere il caos altrui perché non ha l’occhio allenato. Colui che invece è molto ordinato ed ha la casa pulita, letto fatto, i piatti lavati e tutto profumato riesce ad accorgersi del caos altrui in una frazione di secondo.

Ed è assolutamente sicuro di poter aiutare quella persona a porre ordine nel caos. E’ sicuro di questo perché lo sta facendo tutti i giorni per sé stesso. Sa perfettamente che è un compito che può svolgere senza problemi.

Se il tuo ordine e’ fragile avrai un perenne senso di incertezza. Quando il tuo ordine e’ fragile ciò che gli altri vedranno e’ esattamente cio’ che tu vede in te. Nelle tue azioni mostri cio’ che sei internamente. Mostro il tuo stato d’animo. E cioe’ la manca e cura per quel mestiere.

Sicuramente ti è capitato di andare a mangiare in un ristorante e vedere il piatto davanti a te preparato in un modo orribile. Che mostrava chiaramente che era stato creato e servito senza cura. Probabilmente fatto da qualcuno che non riusciva a mettere in ordine la propria vita. Ed il risultato era chiaro.

Come colui che vuole avere la casa ordinata ma si sveglia la mattina e prepara il letto poi per 5 giorni non lo prepara più. E diventa frustrato perché incapace a mettere in ordine la propria vita. Così il restauratore vorrebbe mettere le cose a posto, vorrebbe pulire la cucina e mettere tutti gli attrezzi in ordine ma non riesce a mettere in ordine il caos ed è frustrato.

E dà la colpa ai clienti. Da la colpa al duro lavoro, Da la colpa alla concorrenza. Da la colpa alla società. Da la colpa a tutti. Se veramente cerchi di incolpare qualcuno ne hai di opzioni.

Come il gelataio che dice, “se la gente non compra il mio gelato e’ perché non capisce niente e non sa cos’è la qualità” – può darsi ma non è il suo compito decidere quanta qualità i clienti devono apprezzare.

Così e’ anche nel caso tu avessi una impresa di pulizie. Non è una tua decisione da imporre al cliente quanto ordine ci debba essere.
Forse lui lo vuole in ordine e pulito ma non così tanto da non permettere ad un bambino di giocare. Non così tanto da sembrare la casa di un tiranno dove neanche un granello di polvere può passare senza chiedere il permesso. Troppo ordine e’ tirannia. E’ immobilismo.

Ma puoi fare business anche al contrario. Immettere il caos nell’ordine ad esempio.

Un comico fa questo ad esempio. Stravolge i tuoi pensieri rigidi e ti fa vedere le cose da un altro punto di vista. Un punto di vista completamente diverso dal tuo. Quindi immette del caos nelle tue certezze e per questo i fondamentalisti religiosi odiano in assoluto comici e artisti. Perché mettono in disordine il loro pensiero completamente ordinato e non lo possono accettare

I libri portano disordine nella tua mente perché ogni volta che leggi un nuovo libro assapori pensieri che non hai mai visto prima e questi pensieri nuovi andranno in conflitto con quelli vecchi.

Quindi dovrei ogni volta riconsiderare che cosa sia vero. Riconsiderare le proprie credenze non è piacevole. Per questo motivo a molte persone non piace leggere. Perché la lettura porta caos come tutto cio’ che e’ nuovo.

Quando vai ad un concerto rock e’ puro caos. Ogni persona si comporta in una maniera a te non prevedibile. I ragazzi amano questo tipo di caos perché li distoglie dall’ordine forzato della scuola, li distoglie dall’ordine forzato delle regole familiari. Tutte le cose nuove sono caos. Perché non le conosci, perché non le hai ancora esplorate, perché non sai cosa farci.

45: Quella volta in cui il buttafuori mi stava per ammazzare

05/07/2019 di Dino Gojanovic


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Note dal podcast

  • Ivan il Terribile e suo figlio Ivan il 16 novembre 1581, dipinto di Il’ja Repin
  • Friedrich Nietzsche
  • Lettura consigliata dal blog. 13 Antidoti per il Caos. Ignorali a tuo rischio e pericolo
  • Sun Tzu

Transcript

Avevo 16 anni e fui mandato da mia madre a lavorare come cameriere in un villaggio turistico.
Lavoravo 14 ore al giorno e dormivo in una stanza con 4 altri miei colleghi camerieri. Tutti quanti minorenni.
Dopo la prima giornata di lavoro eravamo nella nostra stanza e con noi avevamo un po’ di birre per rendere piacevole la serata.
Si fece tardi ma noi eravamo ancora svegli. Tutti a letto e con le luci spente ridevamo a squarcia gola.
Ma eravamo parecchio chiassosi.
Ad una certa ora della notte sentimmo qualcuno che bussava sul muro della nostra stanza.
La cosa ci fece ridere e rispondemmo con altrettante battute sul muro. Con altri tanti colpi sul muro si.
Ad un certo punto sentimmo una botto tremendo. Come se qualcuno avesse colpito il muro con un martello. Il fatto ci fece un po’ preoccupare e così decidemmo di rispondere con gli insulti.
Dopo 30 secondi circa vidi la porta della nostra stanza letteralmente cadere giù.
La luce del corridoio illuminava il corpo di un uomo enorme, muscoloso oltre i limiti.
Il quale in un batter d’occhio salto sul letto di un mio collega è inizio a menarlo.
Per colpirlo con pugni e calci poi salto sul secondo letto e fece la stessa cosa. Poi sul terzo il quarto. Io ero nel quinto letto.
Un secondo prima che venisse da me, qualcuno accese le luci e tutti i volti vennero illuminati. Adesso ci stavamo guardando negli occhi ci guardammo direttamente negli occhi e in vita mia non avevo mai visto uno sguardo più spaventato di quello.Sembrava essere uscito da quel famoso quadro che mostra il volto terrorizzato di Ivan il Terribile quando realizza d’aver ucciso il figlio.
Sì l’espressione del buttafuori mostrava chiaramente che aveva realizzato. Il volto mostrava chiaramente che aveva compreso il terribile errore che aveva commesso.
Era entrato in una stanza e aveva picchiato quasi a morte quattro minorenni.
E questo significava letteralmente Game Over. Significava chiaramente galera.
Ma perché ho raccontato questa storia.
Perché la vita è dannatamente complessa e non va lasciata alle decisioni irrazionali.
Una delle frasi di Sun Tzu dice:  se conosci il nemico e te stesso la tua Vittoria è sicura, se conosci te stesso ma non il nemico le tue probabilità di vincere o perdere sono uguali, se non conosci il nemico e nemmeno te stesso soccomberai in ogni battaglia.


Ma nessuno di noi conosceva questa frase.
Nessuno di noi aveva avuto lezioni di vita su come affrontare episodi del genere.
Ma eravamo semplicemente dei minorenni che erano stati letteralmente lanciati in un nuovo territorio senza un’adeguata preparazione.
eravamo come degli ingenui Hobbit lanciati nella terra di mezzo.
Dall’ordine al caos senza una spiegazione. L’ordine è tutto ciò che conosci tutto ciò che e ‘ prevedibile mentre il caos sono tutte le restanti infinite opzioni.
I libri di psicologia ti potranno dire che per sviluppare il disturbo da stress post-traumatico devi prima essere un ingenuo e poi venire in contatto con il male.
Noi non conoscevamo noi stessi non conoscevamo gli altri non conoscevamo il nuovo territorio, non conoscevamo le regole del nuovo territorio, non conoscevamo i pericoli del nuovo territorio, non conoscevamo la morale, non conoscevamo le leggi, non conoscevamo pressoché niente.
Ma più ingenuo di noi era il buttafuori. Decisamente non conosceva se stesso, non sapeva come controllare se stesso, non conosceva il territorio, non sapeva minimamente che vicino a lui c’erano dei minorenni.
Non conosceva le leggi che avrebbero decretato la fine della sua carriera.
Soffriva di sindrome dall’uomo col martello, e cioè… se il tuo unico strumento è un martello ogni problema per te sarà un chiodo da battere.
Il suo unico strumento era la forza bruta, i muscoli. E trattava ogni problema come qualcosa da risolvere con i muscoli.
Un chiodo da battere con il martello.
Ma alla fine gli andò bene perché decidemmo di non denunciarlo e diventammo amici. Perciò aveva solo perso una battaglia ma non la guerra. Per lui non era ancora Game Over.
Ma che cosa alla fine significa conoscere sé stessi. Ovviamente la risposta è infinita. Immagina che tu domani mattina ti svegliassi in una stanza non tua e di non avere idea di come ci sei finito la. Niente ti risulta familiare e la domanda è… come ti comporteresti?
Quali sono le emozioni che proveresti?
Ti dico che non lo sai. In una condizione del genere vedresti una parte di te che non hai mai visto prima. Che non hai mai visto prima.
Perché questa condizione significa puro caos tutto ciò che tu credevi non esiste più, tutte le tue sicurezze non ci sono più e questo è lo stato naturale di un essere umano. Il caos e’ lo stato primario.
L’ordine invece viene costruito con l’esplorazione del territorio. più conosci il territorio più sarai calmo e rilassato.
Meno conosci e più sarai in preda alle emozioni primordiali come la paura e l’ansia.
Ciò che tu vedi non è ciò che tu potresti vedere. Il tuo potenziale e’ infinito. E quale modo migliore di vivere se non quello di scoprire ciò che in fondo sei.


“Divieni ciò che sei.” diceva Friedrich Nietzsche

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    Sull’autore

    Dino è il fondatore della MKT Factory. Solitamente scrive sul business online, marketing e leadership.

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